venerdì 18 novembre 2011

UNA MATTINA ALL'ALBA

Quando la luce del sole lentamente illuminò tutto il bosco, il fiore di cicoria selvatico si stirò, allungò i suoi petali celesti fuori dal bocciolo, si scrollò di dosso l'umidità della brina notturna e si lasciò sfuggire uno sbadiglio che infastidì Geltrude, la tartaruga che stava passando sotto il suo stelo in cerca di cibo
" ma ti sembra la maniera di disturbare la quiete del bosco con questo baccano?" disse Geltrude sgarbata,
" ma chi dovrei disturbare che sono ormai tutti svegli ?"
continuò Celestino, il fiore di cicoria "ma io non vedo proprio nessuno in giro !" si affrettò Geltrude " ..e quindi io sarei nessuno " boffonchiò Lollo lo gnomo che, seduto su di un tronco, si stava scaldando le orecchie al primo tepore del mattino-" certo che se guardi soltanto verso terra e pensi solo a cercar cibo, difficilmente potrai vedere chi ti sta intorno. " allora per te sarei nessuno anch'io " sussurrò Nella, la coccinella che beatamente si stava lavando dentro una goccia di rugiada riscaldata dal sole," non hai nemmeno notato il rosso brillante della mia livrea e l'eleganza dei miei pois neri ".
Non aveva neppure finito di parlare Nella che con un balzo fulmineo avanzò Duilio, il coniglio selvatico che si stava poco prima ravviando il pelo ammaccato dal sonno notturno," e quindi non hai visto nemmeno me che sono agile, scattante e con un pelo luccicante che farebbe invidia a chiunque, compresa tu che giri con addosso quella casa pesante e assai poco elegante." Geltrude si era fermata interdetta un po' da questa protesta generale ed ascoltava gli interventi dei suoi vicini e mentre stava per rispondere da lontano si sentì una vocina assai delicata che proveniva dalle vicinanze dell'albero dentro cui dormiva Lollo lo gnomo....." ma chi ti credi di essere, vecchia carampana ed io che sono ancora più scattante ed elegante di tutti voi, con la mia lunga e setosa coda, le mie orecchie appuntite e il mio musetto simpatico e due dentini affilati con cui posso spaccare tutte le noci e nocciole che trovo e posso arrampicarmi su ogni albero alla velocità della luce.....sarei nessuno ?" disse Tattolo, lo scoiattolo rosicchiando una nocciola. Ancora una volta Geltrude stava per alzare faticosamente la testa e rivolgersi ai suoi vicini...quando un verso spaventoso arrivò proprio da un ramo dell'albero in cui dormiva Lollo " ma la volete finire con le vostre scemenze e la vostra boria... io sono rientrato da poco dalla caccia e se voi la smetteste di far baruffa, io potrei finalmente chiudere gli occhi, avvolgermi nelle mie ali e farmi un pisolino " sentenziò con tono imperioso Rufo, il gufo imperiale che viveva su quell'albero.
Calò un silenzio improvviso, Geltrude ammutolita continuò la sua passeggiata senza più alzare la testa, Lollo si ritirò nel tronco del suo albero, Nella si scrollò la livrea e volò via, Duilio si infilò in un cespuglio e non uscì più,Tattolo finì la sua nocciola e in un balzo era già su di un altro albero e Celestino guardò con una sorta di rispetto Rufo che imponente troneggiava sul suo ramo, regale nel suo mantello ocra e blu e girò i suoi petali, di un celeste infinito, verso il sole che ormai era alto nel cielo.
                                                                                                                         Uber P.



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