martedì 6 dicembre 2011

Un incontro
 

Sono stato impegnato fino ad ora, ho voglia di guardare fuori che tempo fa ... apro la porta finestra e vado sul terrazzo, non fa per niente freddo, la collina di fronte è colorata dalla luce dorata del sole calante di un pomeriggio di fine autunno che non ha alcuna intenzione di lasciare spazio all'inverno, sulla pista ciclabile due signore, chiacchierando piacevolmente, camminano col sole che illumina i loro visi ... che faccio ?  farei volentieri una passeggiata .... non mi vesto nemmeno, mi infilo il giubbotto sulla tuta, scarpe da ginnastica, ..... potrei portarmi la macchina fotografica....perché no, forse riesco a rubare qualche scorcio con la luce del tramonto.
Sono già in strada, come si sta bene, ma che bella idea ho avuto, ho proprio voglia di camminare senza un programma, attraverso la zona abitata fra giardini e vigneti, mi cade lo sguardo su alcune malinconiche  luminarie che annunciano il Natale e non posso fare a meno di osservare, con una stretta al cuore, un paio di Babbo Natale scoloriti e stanchi che cercano disperatamente, ormai da troppi anni, di arrampicarsi sui balconi e sui tetti delle case; mi fermo anche a scattare qualche fotografia al tappeto di foglie secche che calpesto, a quello che resta di alcuni ciuffi di semi della vitalba, anche alle bacche dei cipressi che costeggiano il cimitero.






Mi accingo ad attraversare la strada sulle strisce, per essere più precisi ad attendere che il flusso quasi continuo si interrompa per un breve tratto, quando, incredibilmente, le auto da ambo i lati della strada, si fermano e mi fanno cenno di passare...... quale congiunzione astrale ha provocato ciò, mi affretto a chinare la testa in segno di ringraziamento e aggiungo anche un cenno della mano, mi sembra il minimo per incorniciare un tale evento.
Così, novello Mosè, mi ritrovo indenne sull'altro lato, mentre il passaggio è nuovamente inondato dalle auto.
Ecco, in quattro passi sono nella via che conduce all'interno del parco, non ci sono più auto, è tutto tranquillo, sembra una riserva, non per gli animali, ma per gli umani, la luce è in un momento magico, non siamo ancora al tramonto, ma il sole comincia a scendere tra gli alberi folti, l'aria è anche profumata, non so di che, forse di fumo di camini, di foglie macerate, di terreno umido, ho ancora la macchina fotografica in mano pronta per ogni evenienza, cammino a passo sostenuto, sono ormai arrivato nei pressi della vecchia villa immersa in un parco che mi ha sempre fatto un po' di invidia, la intravedo tra gli alberi già un po' spogli e mi arrampico sull'argine del fosso per inquadrarla meglio e scatto una foto.

Superata la villa si aprono, davanti ai miei occhi, i campi arati di altre tenute all'interno del parco, i filari di vite, gli alberi da frutto con poche foglie rosse ancora sui rami, e ancora più avanti la collina oltre il torrente con un tripudio di colori.......ma ad un tratto, la sensazione di essere osservato, non so come, mi costringe a volgere la testa verso il campo che sto costeggiando e il mio sguardo incrocia quello di quattro femmine di cervo, non ancora adulte, che immobilizzatesi a metà di un passo, mi fissano per capire se posso essere un pericolo, ho in mano come unica arma un  nero oggetto misterioso, il loro sguardo è intenso, mi stanno dicendo qualche cosa che non faccio in tempo ad afferrare, ma subito ripartono a balzi veloci seguendo la prima della fila, io rimango quasi senza respirare immobile con la mia macchina fotografica sospesa in mano e le guardo infilarsi ad una ad una in un buco della siepe e sparire tra gli alberi del parco della villa.
Che bella sensazione mi rimane, chissà che cosa mi hanno comunicato, forse mi hanno soltanto salutato, hanno capito che non sarei stato pericoloso, che incontrarci sarebbe stato comunque un piacere, avrebbe lasciato un piccolo segno a loro e a me.
Ho ripreso a camminare e ho capito che a spingermi ad uscire è stato il sapere senza saperlo, di questo incontro che avrei fatto, il senso di questa passeggiata improvvisata.

Il sole è sempre più basso dietro gli alberi e mi manda, ad ogni passo, scintille intermittenti di luce rossastra, comincia a fare freddo, presto farà buio, cammino fino al ruscello per fare ancora una foto e sentire l'odore dell'acqua, poi mi giro ancora una volta verso il bosco dentro il quale sono scomparsi i cervi e alzando lo sguardo vedo in mezzo al cielo, una luna crescente che fino a poco prima era pallida ed ora si sta colorando di oro......adesso posso rientrare, la passeggiata è finita.
                                                                            Uber P.

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