sabato 19 maggio 2012



FRIDA KAHLO


Uno spirito tormentato in un corpo lacerato.

 E' difficile parlare di questa artista poliedrica, molti lo hanno già fatto, anche se le parole disgiunte dalle sue opere e dalla sua vita non possono dare una visione completa di Frida, un'artista che ha vissuto nel Messico della rivoluzione.


Cenni biografici:



- 1907 - il 6 luglio nasce Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderòn a Coyoacàn, un sobborgo di Città del
              Messico da madre messicana e padre tedesco.
- 1913 - si ammala di poliomielite.
- 1922 - frequenta una scuola per prepararsi allo studio della medicina, nella stessa scuola incontra Diego 
              Rivera, pittore già famoso e molto più grande di lei e ne rimane colpita.
- 1925 - Tornando da scuola, l'autobus su cui viaggia si scontra con un tram e Frida subisce gravi danni 
              fisici; trascorre un mese in ospedale e durante la convalescenza incomincia a dipingere.
- 1928 - Si iscrive al partito comunista messicano e si imbatte di nuovo in Diego Rivera e i due si
              innamorano.
- 1929 - Frida e Diego si sposano.
- 1930 - Per le conseguenze dell'incidente, Frida è costretta ad abortire; con Diego si trasferisce a San
              Francisco.
- 1931 - Incontra il dr. Leo Elosser che diventerà il suo medico di fiducia per tutta la vita; aumentano i 
              problemi fisici e i dolori.
- 1932 - Trasferitisi a Detroit per lavoro di Diego, Frida abortisce al quarto mese di gravidanza; muore la
              la madre per le conseguenze di un intervento chirurgico.
- 1934 - Frida è di nuovo costretta ad abortire al terzo mese di gravidanza; iniziano per lei una serie di 
              interventi chirurgici. Diego inizia una storia con Cristina la sorella di Frida.
- 1935 - Frida se ne va a vivere da sola e ha una storia con Isamu Noguchi scultore.
- 1936 - ritorna con Diego e subisce altri interventi.
- 1937 - Trotzki e Natalia Sedova vengono ospitati nella " casa azzurra " a Coyoacàn e Frida ha una storia
              con lui.
- 1938 - Frida presenta la sua prima mostra alla galleria Julien Levy di New York riscuotendo notevole 
              successo, inizia una storia col fotografo Nicolas Muray.
- 1939 - Espone a Parigi e conosce i surrealisti, torna a vivere nella casa dei genitori a Coyoacàn e divorzia 
              da Diego.
- 1940 - Va a San Francisco per farsi curare dal Dr. Elosser; a dicembre risposa Diego.
- 1941 - muore il padre di Frida e lei e Diego vanno a vivere nella "casa azzurra" di Coyoacàn.
- 1943 - la chiamano a insegnare alla scuola " la esmeralda ", ma per le sue peggiorate condizioni
              fisiche è costretta a dare lezioni a casa.
- 1946 - riceve il premio nazionale di pittura per il dipinto Mosè; viene operata alla colonna vertebrale.
- 1950 - subisce sette operazioni e trascorre nove mesi in ospedale.
- 1951 - dimessa dall'ospedale può muoversi solo in sedia a rotelle e deve assumere continuamente 
              antidolorifici.
- 1953 - Lola Alvarez Bravo organizza la prima mostra personale di Frida.
              L'artista deve partecipare all'inaugurazione sdraiata su di un letto; le amputano la gamba destra
              fino al ginocchio.
- 1954 - si ammala di polmonite e muore il 13 luglio nella " casa azzurra ".



Una immagine sfaccettata ed umana di questa artista l'ho trovata nelle parole di Carlos Fuentes che ha scritto l'introduzione al suo diario.
Così riesce a descriverla la prima volta che la incontra ad un concerto nel Palacio de Bellas Artes a Città del Messico :

  "  Quando Frida Kahlo entrò nel suo palco nel secondo ordine del teatro un tintinnio di sontuosa gioielleria coprì tutti i suoni dell'orchestra, ma qualcosa oltre il mero suono ci costrinse tutti a guardare in alto e a scoprire l'apparizione che si annunciava con un incredibile palpitare di ritmi metallici, e finalmente si rivelò l'essere che i sonanti gioielli e il silenzioso magnetismo avevano anticipato.
   Fu l'ingresso di una dea azteca. Forse Coatlicue, la dea madre dalla veste di serpenti, che ostenta le mani lacerate e sanguinose come altre donne sfoggerebbero una broche. Forse Tlazolteotl, la dea della lordura e della purezza nel panteon indio, l'avvoltoio femmina che deve divorare l'immondo per sanare l'universo. O forse eravamo dinanzi alla Madre Terra spagnola, la signora di Elche, radicata al suolo dal pesante elmo di pietra, gli orecchini come ruote di carro, i pettorali che le divorano il seno, gli anelli che le trasformano le mani in clave.
Un albero di Natale ?
O un albero della cuccagna ?
Frida Kahlo era una Cleopatra sfiorita, che nascondeva il corpo tormentato, la gamba inerte, il piede offeso, i busti ortopedici sotto gli spettacolari ornamenti delle contadine messicane, che per secoli conservavano gelosamente i gioielli, protetti dalla povertà, per esibirli solo nelle grandi fiestas delle comunità agrarie.
I merletti, i nastri, le gonne, le sottane fruscianti, le treccie, le acconciature a forma di luna le aprivano il viso come le ali di una farfalla notturna: Frida Kahlo dimostrava che la sofferenza non riusciva a fiaccare, nè la malattia a eclissare, la sua infinita versatilità. "

                                       fotografia : Nickolas Muray 1934 circa

Così ancora Fuentes entra con rispetto nella sofferenza che ha accompagnato la sua vita per farci sentire nel profondo l'intensità della sua personalità :

" Rivera e Kahlo.
Lui dipinge la cavalcata della storia messicana, l'infinita, a volte sconfortante, ripetizione di maschere e gesti, commedia e tragedia.
Nei suoi momenti più belli, qualcosa risplende dietro la pletora di figure ed eventi, cioè la bellezza umile, un tenace attaccamento al colore, alla forma, alla terra e ai suoi frutti, al sesso e ai suoi corpi.
Ma l'equivalente interiore di questa sanguinosa rottura della storia è dominio di Frida.
Come il popolo è spaccato in due da povertà, rivoluzione, memoria e speranza, così lei, l'unica, insostituibile, irripetibile donna chiamata Frida Kahlo è spezzata, lacerata nel proprio corpo quanto il Messico è lacerato all'esterno. Rivera e Kahlo : è stato sottolineato a sufficienza che sono due facce della stessa moneta messicana, quasi comici nella loro disparità ?
L'elefante e la colomba, sì, ma anche il toro cieco, per tanti versi insensibile, martellante, immensamente vitale, rivolto verso il mondo esterno e sposato alla fragile, sensibile, gualcita farfalla che sempre ripeteva il ciclo da larva a crisalide, a fata ossidiana, distendendo le sue ali splendenti solo perchè fossero infilzate, più e più volte, resistendo al dolore oltre ogni immaginazione, finchè la sofferenza e la fine della sofferenza confluirono nella morte."

" Una bambina fiera, allegra, colpita dalla polio e oltraggiata dalla speciale inclinazione messicana alla malizia, a burlarsi degli altri, specialmente degli infermi, gli imperfetti.
Bella piccola Frida, prestigiosa rampolla di ceppo tedesco, ungherese e messicano, piccola Frida con la sua frangetta e i nastri ondosi e gli enormi boccoli, diventa di colpo Frida gamba di legno, Frida pata de palo. Le grida beffarde dai preclusi campi di gioco devono averla seguita per tutta la vita.
Non la scoraggiarono.
Divenne la burlona, il folletto, la Ariel della scuola nazionale preparatoria nel periodo in cui il Messico, sul piano intellettuale, stava scardinando la rigida corazza filosofica del positivismo scientifico e scopriva l'indiscreto, ma liberatorio, fascino dell'intuizione, dei bambini, degli indios...."


                     forse questo dipinto si rifà ad una foto del matrimonio con Diego



Preciso ancora Fuentes qundo ci parla della sua arte :

" Uno spirito burlone vicino all'estetica della rivoluzione messicana:
Frida Kahlo ammirava Saturnino Herràn, il dottor Atl, i liberatori della forma messicana, del paesaggio e dei colori dalle restrizioni accademiche.
Adora Bruegel e i suoi rumorosi carnevali popolari, pieni di mostri innocenti e ghiottoni perversi e di oscure fantasie offerte come pane quotidiano, in vivaci colori e alla luce del sole.
Queste le premesse fondamentali dell'arte della Kahlo."

..." Per tutta la vita, Frida andò in cerca della città più scura, scoprendo i suoi colori e i suoi odori, ridendo nelle carpas, addentrandosi nelle cantinas, cercando la compagnia a cui legarsi, perchè era una donna solitaria attratta dal cameratismo, da gruppi e amicizie esclusive, prima Las Cachucas, los Fridos poi, aveva bisogno di essere parte di una granata umana, lanciata da vicino, capace di proteggerla dal cannibalismo rampante della vita intellettuale messicana.
Defenderse de los cabrones, proteggersi dai ruffiani, fu la massima della sua vita. " E' incredibile" disse una volta a proposito di Diego Rivera " che i più vili insulti......dovessero esser vomitati proprio nella sua patria, il Messico." Niente affatto incredibile.
Tuttavia la città che amava e temeva la colpì senza pietà.
Nel settembre del 1925 un tram andò a scontraarsi contro il fragile veicolo su cui viaggiava, le fratturò la spina dorsale, la clavicola, le costole, il bacino.
La gamba già offesa ora subì undici fratture.
La spalla destra rimase slogata per sempre, un piede maciullato.
Un corrimano le penetrò nella schiena e venne fuori dalla vagina.
Allo stesso tempo, l'impatto dell'incidente lascio Frida nuda e sanguinante, ma coperta di polvere d'oro.
Spogliata dei suoi vestiti, inondata da un pacchetto rotto di polvere d'oro portato da un artigiano: ci sarà mai un ritratto di Frida più terribile e più bello di questo ? Si sarebbe mai dipinta-o avrebbe mai potuto dipingersi-diversamente da questa " bellezza terribile completamente stravolta" ?
Il dolore, il corpo, la città, il paese. Frida, l'arte di Frida Kahlo.

   Frida trovò un ex voto che ricordava il suo incidente e con alcune modifiche lo trasformò.



                                                       autoritratto  1933

.... Frida Kahlo aveva un cane di nome Dolore, più che un dolore di nome Cane. Lei descrive il suo dolore, non ne viene ammutolita, il suo dolore è articolato perchè acquista una forma visibile e sensibile.
Frida Kahlo è fra i più grandi narratori del dolore, in un secolo che ha conosciuto, forse non più sofferenze di altri periodi, ma certo una più che mai ingiustificata e perciò vergognosa, cinica e divulgata, programmata, irrazionale e deliberata forma di sofferenza.........

....come nessun altro artista nel nostro torturato secolo, ha tradotto il dolore in arte. Ha subito trentadue operazioni dal giorno dell'incidente fino al giorno della sua morte. La sua biografia consiste di ventinove anni di dolore. Dal 1944 in poi, è costretta a portare otto busti. Nel 1953 le viene amputata la gamba ormai in cancrena. La schiena ferita produce una secrezione "che puzza come un cane morto". E' appesa nuda, con la testa in giù, per i piedi, per raddrizzare la spina dorsale. Perde i suoi feti in bagni di sngue. E' eternamente circondata di grumi, cloroformio, bende, aghi, bisturi.
E' il San Sebastiano del Messico, legata e coperta di frecce.
E' l'incarnazione tragica della cruda descrizione di Platone: il corpo è una tomba che ci imprigiona come un'ostrica nel guscio.
Ricorda una delle dee azteche della nascita e della terra, ma ancor più la divinità flagellante, XipeTotec, Nostro Signore lo Scuoiato, la dualistica divinità la cui pelle non era mai la sua, sia che indossasse quella della vittima sacrificale come un macabro mantello, sia che si spogliasse della propria pelle, come un serpente, in un rito di rinnovamento e di resurrezione. Gli dei del Messico hanno questa ambigua qualità: il buono che promettono è inseparabile dai mali che procurano. Xipe Totec, simbolo della resurrezione, divinità della primavera, infligge anche sacrifici, vesciche e putrefazioni ai suoi fedeli.
In La colonna spezzata e L'albero della speranza, Kahlo si ritrae come questa bandiera scorticata, questa pelle sanguinante, aperta, tagliata in due come una papaia.
Mentre giace nuda in un letto di ospedale di Detroit, sanguinante e incinta, Rivera scrive : " resistenza alla verità, alla realtà, alla crudeltà e alla sofferenza. Mai fino ad allora una donna era stata capace di mettere sulla tela tanta disperata poesia ".
Perchè ciò che vive è ciò che dipinge. Ma nessuna esperienza umana, per quanto dolorosa, diventa arte da sola.

                      il letto volante - ospedale di Detroit dove Frida abortì nel 1932



           La colonna rotta - 1944 - quando fu costretta ad usare un busto di acciaio .

..... C'è un aneddoto nella famosa biografia di Kahlo di Hayden Herrera.
Una giovane attrice, Dorothy Hale, si suicidò nel 1939 lanciandosi dall' Hampshire Hause a New York.
L'amica Clare Boothe Luce chiese a Frida di dipingere un omaggio alla sfortunata e bella giovane.
Il risultato fece inorridire Luce. Anzichè un'immagine di pietà e rispetto per la defunta, Frida ne cavò un quadro sorprendente, un racconto sequenziale e insieme simultaneo del suicidio.
Vediamo la Hale che si lancia, poi a mezz'aria, e alla fine senza vita e sanguinante, sul marciapiede, a fissare il mondo-cioè noi-con gli occhi aperti per l'eternità.
Luce confessa che voleva " distruggere il dipinto con un paio di forbici, dinanzi a un testimone". Alla fine desistette solo quando " l'offensiva legenda," che la dichiarava committente del quadro fu eliminata.


                                         Il suicidio di Dorothy Hale 1938/39 .



..... Frida e Diego: lei ammetteva di aver subito due incidenti nella sua vita, l'incidente con il tram e Diego Rivera. Non ci sono dubbi sul suo amore per quell'uomo. Lui era infedele. E lei gli rimproverava: come poteva intendersela con donne indegne di lui o a lei inferiori?  Lui riconosceva: " Più l'amavo, più volevo farle del male". Lei ricambiava con molti amanti, uomini e donne. Lui tollerava le amanti di Frida, ma non gli uomini. Lei assorbiva tutto nel suo modo di amare quasi panteistico, madre-terra, Coatlicue e Signora di Elche, avvoltoio risanatore.
Voleva " dar nascita a Diego Rivera". " Sono lui "scriveva " dalle cellule più antiche..... ogni momento lui è il mio bambino, il mio bambino nato ogni momento, ogni giorno da me stessa  ".
Un tale amore, per un tale uomo, in tali circostanze, poteva solo sfociare, da una parte, nell'appagamento sessuale al di fuori del matrimonio procreativo e, dall'altra, nella fedeltà politica all'interno.
Forse Frida cercò di gettare un ponte tra appagamento sessuale e fedeltà con la storia d'amore con Lev Trockij.......

    L'amoroso abbraccio dell'universo, la terra,io, Diego e il signor Xòlotl - 1949 -



                             autoritratto dedicato a Lev Trotzkij  1937 .


....Collane, anelli, copricapi in organza bianca, bluse a fiori da contadina, scialli rosso-granata, gonne lunghe, tutto questo per coprire il corpo lacerato. Ma anche il vestito era umorismo, un gran travestimento, una forma di autoerotismo teatrale, autoincantato, ma anche una provocazione a immaginare la sofferenza, il corpo nudo là sotto, e a scoprirne i segreti. Rivera diceva che le donne sono più pornografiche degli uomini, perchè hanno sensualità in ogni parte del corpo, mentre gli uomini hanno i loro organi sessuali " in un posto solo ". Forse Frida fingeva di essere d'accordo per non contrastarlo. Ma in alcune descrizioni di suo marito come il principe ranocchio è ben chiaro come la pensa: gli uomini hanno altrettante zone erogene delle donne. I vestiti di Frida Kahlo erano, tuttavia, più di una seconda pelle. Lo diceva lei stessa: erano un modo di vestirsi per il paradiso, di prepararsi per la morte. Forse sapeva che le antiche maschere di Teotihuacàn, splendidamente lavorate a mosaico, erano fatte per coprire i volti dei morti, per renderli presentabili durante il viaggio per il paradiso.
Forse i suoi addobbi straordinari, capaci di mettere in sordina un'opera di Wagner quando entrava in teatro, non erano che un'anticipazione del sudario funebre. Ricorreva ai vestiti, scrive Hayden Herrera, come una suora ricorre al velo. Temeva di finire come il vecchio re Tezozomoc, che fu messo in un canestro, avvolto nel cotone, per il resto dei suoi giorni. Gli abiti di lusso nascondevano il suo corpo violato, le permettevano inoltre di agire in una cerimonia delle cerimonie, un vestirsi e svestirsi laborioso, regale e ritualistico quanto quello dell'imperatore Moctezuma, che era aiutato da dozzine di ancelle, o come nella levée dei re francesi a Versailles, cui assisteva quasi tutta la corte.
Mentre la morte le andava incontro in punta di piedi, lei indossava tutte le insegne per giacere a letto e dipingere. " Non sono malata" diceva " sono a pezzi, ma sono contenta di essere viva finchè posso dipingere." Eppure appena la morte si avvicina, il tono cambia." Ti stai uccidendo": se ne rende conto mentre le droghe e l'alcol la confortano e la condannano sempre di più. Ma subito aggiunge: 

" ci sono quelli che non ti dimenticano."


                                                foto di Nickolas Muray 1938/39
                                                  autoritratto con scimmia  1938 .
                                     Auttoritratto dedicato al Dr. Eloesser  1940


     Chavela Vargas, novantadue anni, ancora canta il Messico e i cantos rancheros , amica e amante di Frida dice di lei : 

" Lei era un abbaglio, una luce di luna. Non era di questo mondo, veniva da un altro pianeta. Non posso dimenticare la notte in cui mi disse che Diego aveva avuto un figlio, Tonchito, da sua sorella Cristina. 
" Bisogna essere molto forti ", mi diceva senza piangere".
In spagnolo Chavela dice muy muer, molto donna : bisogna essere molto donna, cioè molto forte.
" Lei era un essere di un'altra dimensione, una luce. Infine è tornata nel suo posto, dove doveva tornare."




                                            la casa azzurra a Coyoacàn - lo studio -
                                                                 la casa azzurra
                       Frida e Diego nel 1950 all'ospedale ABC in Messico




BIBLIOGRAFIA:


- Il diario di Frida Kahlo - autoritratto intimo ( a cura di Sarah M. Lowe) LEONARDO

- Kahlo - Andrea Kettenmann-Taschen
- Così è la vita  - Concita De Gregorio  - EINAUDI -





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