giovedì 29 dicembre 2011









S.Stefano a Cento Bo.

Mostra di Cesare Tiazzi
alla Pinacoteca Civica
Le terracotte del 700



       14 Cesare Tiazzi_PietàParticolare  bd.jpg17 C. Tiazzi, Presepe  bd.jpg


Visita alla Galleria d'arte moderna.
Una interessante panoramica di alcuni artisti italiani dei primi anni del 900. 

Mostra di pittori contemporanei alla Rocca.

Una passeggiata per il centro storico del paese per respirare un po' di atmosfera d'altri tempi e ammirare le ultime immagini del giorno che se ne va, prima di rifugiarsi al Bar Italia per godere di un te caldo e per gustare una grande varietà di cioccolatini di ottima qualità.







Per concludere questa giornata festiva alcune delle emozioni che Antonio Pigozzi, famoso presepista dell'appennino reggiano, racchiude nei suoi diorama.

































Dopo queste opere d'arte non poteva 
mancare il mio semplicissimo presepe.





lunedì 26 dicembre 2011

segue da :

 Di Bertino e della nonna Adele ( 25 )



Nel bel mezzo dell'estate, cadeva la ricorrenza di una festa importante, la fiera di S. Lorenzo, patrono del paese.
Bertino ricordava a malapena quella dell'anno precedente e non vedeva l'ora di potersi godere a pieno, ora che era più grande, questo evento magico.
Era eccitante vedere le strade del paese occupate dalle bancarelle dei venditori venuti da fuori, camminare tra il vocio concitato delle donne che buttavano all'aria pezze di stoffa colorate, cercando un taglio per un abito nuovo, passare accanto al banco del croccante facendosi inebriare dal profumo dello zucchero caramellato, imbattersi in crocchi di persone che tenendo la bicicletta a mano, si erano fermate a salutarsi.
Bertino correva da un banco all'altro seguendo la voce degli imbonitori delle lotterie che garantivano vincite sensazionali con l'acquisto di un biglietto.
Arrivava anche la musica di alcune giostre che avevano trovato posto nei campi circostanti e la nonna Adele doveva fare una bella fatica a non perdere di vista Bertino che, come uno scoiattolo, spariva dietro un banco e ricompariva davanti ad un altro, attratto da un richiamo o da un profuno.
Infine si fermò davanti ad una bancarella di giocattoli e cominciò a scrutare curioso per trovare il regalo che la nonna gli aveva promesso.
La scelta non fu facile nè rapida, ma alla fine Bertino decise per un giocattolo che il venditore disse essere una novità assoluta e anche robusto perchè di plastica, era una mucca azzurra con le corna e la coda bianche, con una caratteristica originale : alzando e abbassando appunto la coda, dalle mammelle usciva latte e andava a cadere in un piccolo secchio, posto sotto la pancia.
Sembrava prodigioso e Bertino non capì subito come funzionasse, fino a quando, tornato a casa  e smontato il gioco capì, con l'aiuto della nonna, che si doveva mettere un po' di latte in un contenitore all'interno della mucca.
Naturalmente Nenè ebbe il privilegio di essere la prima spettatrice sbalordita, ma poi per giorni, tutti quelli che capitavano a casa, dovevano necessariamente assistere alla mungitura della mucca azzurra. 




continua .......


lunedì 19 dicembre 2011

 Solstizio invernale

Mancano sei giorni al 25 dicembre;
forse non per tutti questa data avrà lo stesso significato, ma un momento di pausa e di riflessione penso sia gradito, in questa settimana in cui cade il solstizio d'inverno e il periodo della luce del giorno è ridotta al minimo, mentre fra poco ricomincerà a crescere.
Fra una corsa e l'altra, fra un negozio e l'altro, se già non li conoscete, fermatevi in una libreria e acquistate questi due libri da leggere in questa settimana, prima di addormentarvi.
Dunque auguri e buone riflessioni a tutti.


sabato 17 dicembre 2011

segue da:

Di Bertino e della nonna Adele ( 24 )



Fu tutto bellissimo ai loro occhi;
in chiesa la musica e i garofani bianchi sui banchi e sull'altare, sottolineavano l'evento speciale; la zia con un lungo abito bianco e il velo che le copriva il volto, gli applausi, le foto, il riso gettato in testa agli sposi appena usciti dalla chiesa e poi a casa della nonna,nella sala da pranzo che veniva aperta soltanto in occasioni particolari e questa lo era senza dubbio, tutti attorno a una lunga tavolata riccamente imbandita e con una bianca tovaglia di pizzo che arrivava fino a terra.
Ci volle tempo a spegnere nella mente di Bertino gli echi di questo accadimento, tanto che diventò un bel gioco da fare; Nenè ovviamente diventò una sposa. 
Bertino, da organizzatore del gioco, scovata in soffitta la zanzariera che un tempo ricopriva la sua culla, la trasformò, facendole un nodo in uno dei quattro angoli, in una acconciatura da sistemare sulla testa di Nenè che coprendole le spalle scendeva quasi fino a terra.
Trovò poi nel giardino, intorno alla aiuola rotonda, dei piccoli fiori bianchi che raccolti e composti diventarono una " palma da sposa " come allora aveva sentito chiamare il mazzo di fiori che la zia aveva in mano durante la cerimonia.
Bertino infine indossava una enorme giacca dello zio Nanni che stava in cantina appesa a un gancio di ferro, convinto di essere così molto elegante.
Quando poi tutto era pronto, iniziava il gioco vero e proprio: i due attori si inginocchiavano su di una panca di legno e il rito aveva inizio, ripetendo assai approssimativamente le parole che il parroco aveva pronunciato quel giorno.
Per un po' fu il gioco più affascinante.

continua ......





giovedì 15 dicembre 2011



Due mostre da non perdere assolutamente
   

A Bologna, presso l'Hotel i Portici in via Indipendenza, sotto i giardini del Pincio, fino al 15 febbraio 2012 espone Wolfango (lupambolo ).
Stupende illustrazioni delle fiabe più conosciute, collocate nella "grotta delle fiabe " una emozionante stanza rotonda a cupola che  altro non è che la antica ghiacciaia del palazzo.


  



L'altra è la mostra allestita a Ferrara a Palazzo dei diamanti " gli anni folli " in programmazione soltanto fino all'8 gennaio.
La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì ( 1918- 1933 ) passando da Renoir e Monet da Chagal alla Lempicka, da Braque a Gris e Lèger.
La Parigi dell'età del jazz, in un febbrile laboratorio di creatività che spazia dalla pittura alla fotografia al teatro e al cinema, dalla musica alla poesia, alla rivoluzione dei Balletti Russi e Svedesi.
Il tutto nasce da un desiderio di pace e di armonia, reazione al trauma della guerra ed ecco allora anche Picasso, Derain, Severini e De Chirico per finire con Matisse, Bonnard e Mondrian.


sabato 10 dicembre 2011

segue da:   

Di Bertino e della nonna Adele ( 23 )
olio di Lina Osti



Quanti altri giochi Bertino inventava insieme alla sua fedele Nenè, la quale lo seguiva come un'ombra ed era sempre disponibile ad "interpretare " i ruoli che lui le cuciva addosso;
e in quel periodo accadde qualche cosa che accese la fantasia di Bertino: il matrimonio della zia Maddalena, che per lui fu il primo evento di quel genere, seguito da vicino.
Tutti erano impegnati ad organizzare qualche cosa, la zia Maddalena alla ricerca dell'abito bianco, della torta nuziale, che data la sua esperienza in campo dolciario, fu infine creata da lei stessa, poi la lista dei parenti da invitare e le bomboniere da regalare ai presenti, l'organizzazione della cerimonia in chiesa, con tanto di addobbi floreali e musica.
Alla nonna Adele invece, era toccato il compito di pensare al pranzo che si sarebbe tenuto a casa, nella sala debitamente parata a festa.
Quando finalmente arrivò il giorno stabilito, l'emozione per Bertino e Nenè era alle stelle, tutti compresi nel loro ruolo di parenti stretti della sposa e  dentro ai vestiti nuovi per l'occasione.


continua .......











neve che sbianca
                                                                          gondolando sull'acqua
                                                                          voli sommersi

venerdì 9 dicembre 2011


    Il dono



                                          acquarello di Gianna P.


"Acqua, acquarello,
acqua che salta, acqua che ghiaccia.
Acqua di fiume, di mare, di valle,
ne senti lo scroscio gli spruzzi il boato
e infine la quiete del lago dorato.
Modella le dune invade il fossato,
prende per mano l'intero creato,
dondola i pesci disseta gli uccelli,
travolge il frumento spaventa gli agnelli,
Acqua, acquarello,
acqua di fonte
che salvi il malato,
acqua di roggia
che lavi il bucato,
acqua d'oceano
che ci hai generato."

Gli era venuta così la filastrocca, era esplosa nella sua mente guardando l'insenatura piena
di barche colorate e quella ragazza dai riccioli d'oro che dipingeva il paesaggio.
L'uomo ammirava i rapidi tratti del pennello che freneticamente passava dall'acqua ai
colori, gli energici colpi di tampone sul foglio che intanto si popolava di barche, persone,
monti innevati e acqua di lago.
Si levò il cappello e con il fazzoletto deterse il sudore, quindi si avvicinò alla ragazza per
vedere meglio la sua opera.
La ragazza si voltò e abbozzò un sorriso a quel vecchio signore con il panama ben calato e
pensò, "se non fosse morto da tanto tempo giurerei che è mio nonno, adesso inserisco
anche lui nel quadro, in fondo è l'unico che ha mostrato attenzione al mio lavoro."
Pochi colpi di pennello e il vecchio comparve sulla promenade mentre guardava il sole che
tramontava.
Adesso fu lui a sorridere e a ringraziarla, con gli occhi umidi.
Si avvicinò ancora un po' ... si levò il cappello ... si presentò e quindi iniziò:
" Acqua, acquarello,
acqua che salta, acqua che ghiaccia
Acqua di fiume, di mare, di valle
ne senti lo scroscio gli spruzzi il boato
e infine la quiete del lago dorato."


                                                                PIOTR53


mercoledì 7 dicembre 2011

              Atmosfere             

















 le rose d'un dì
 memorie abbracciate
 respiro lieve

martedì 6 dicembre 2011

Un incontro
 

Sono stato impegnato fino ad ora, ho voglia di guardare fuori che tempo fa ... apro la porta finestra e vado sul terrazzo, non fa per niente freddo, la collina di fronte è colorata dalla luce dorata del sole calante di un pomeriggio di fine autunno che non ha alcuna intenzione di lasciare spazio all'inverno, sulla pista ciclabile due signore, chiacchierando piacevolmente, camminano col sole che illumina i loro visi ... che faccio ?  farei volentieri una passeggiata .... non mi vesto nemmeno, mi infilo il giubbotto sulla tuta, scarpe da ginnastica, ..... potrei portarmi la macchina fotografica....perché no, forse riesco a rubare qualche scorcio con la luce del tramonto.
Sono già in strada, come si sta bene, ma che bella idea ho avuto, ho proprio voglia di camminare senza un programma, attraverso la zona abitata fra giardini e vigneti, mi cade lo sguardo su alcune malinconiche  luminarie che annunciano il Natale e non posso fare a meno di osservare, con una stretta al cuore, un paio di Babbo Natale scoloriti e stanchi che cercano disperatamente, ormai da troppi anni, di arrampicarsi sui balconi e sui tetti delle case; mi fermo anche a scattare qualche fotografia al tappeto di foglie secche che calpesto, a quello che resta di alcuni ciuffi di semi della vitalba, anche alle bacche dei cipressi che costeggiano il cimitero.






Mi accingo ad attraversare la strada sulle strisce, per essere più precisi ad attendere che il flusso quasi continuo si interrompa per un breve tratto, quando, incredibilmente, le auto da ambo i lati della strada, si fermano e mi fanno cenno di passare...... quale congiunzione astrale ha provocato ciò, mi affretto a chinare la testa in segno di ringraziamento e aggiungo anche un cenno della mano, mi sembra il minimo per incorniciare un tale evento.
Così, novello Mosè, mi ritrovo indenne sull'altro lato, mentre il passaggio è nuovamente inondato dalle auto.
Ecco, in quattro passi sono nella via che conduce all'interno del parco, non ci sono più auto, è tutto tranquillo, sembra una riserva, non per gli animali, ma per gli umani, la luce è in un momento magico, non siamo ancora al tramonto, ma il sole comincia a scendere tra gli alberi folti, l'aria è anche profumata, non so di che, forse di fumo di camini, di foglie macerate, di terreno umido, ho ancora la macchina fotografica in mano pronta per ogni evenienza, cammino a passo sostenuto, sono ormai arrivato nei pressi della vecchia villa immersa in un parco che mi ha sempre fatto un po' di invidia, la intravedo tra gli alberi già un po' spogli e mi arrampico sull'argine del fosso per inquadrarla meglio e scatto una foto.

Superata la villa si aprono, davanti ai miei occhi, i campi arati di altre tenute all'interno del parco, i filari di vite, gli alberi da frutto con poche foglie rosse ancora sui rami, e ancora più avanti la collina oltre il torrente con un tripudio di colori.......ma ad un tratto, la sensazione di essere osservato, non so come, mi costringe a volgere la testa verso il campo che sto costeggiando e il mio sguardo incrocia quello di quattro femmine di cervo, non ancora adulte, che immobilizzatesi a metà di un passo, mi fissano per capire se posso essere un pericolo, ho in mano come unica arma un  nero oggetto misterioso, il loro sguardo è intenso, mi stanno dicendo qualche cosa che non faccio in tempo ad afferrare, ma subito ripartono a balzi veloci seguendo la prima della fila, io rimango quasi senza respirare immobile con la mia macchina fotografica sospesa in mano e le guardo infilarsi ad una ad una in un buco della siepe e sparire tra gli alberi del parco della villa.
Che bella sensazione mi rimane, chissà che cosa mi hanno comunicato, forse mi hanno soltanto salutato, hanno capito che non sarei stato pericoloso, che incontrarci sarebbe stato comunque un piacere, avrebbe lasciato un piccolo segno a loro e a me.
Ho ripreso a camminare e ho capito che a spingermi ad uscire è stato il sapere senza saperlo, di questo incontro che avrei fatto, il senso di questa passeggiata improvvisata.

Il sole è sempre più basso dietro gli alberi e mi manda, ad ogni passo, scintille intermittenti di luce rossastra, comincia a fare freddo, presto farà buio, cammino fino al ruscello per fare ancora una foto e sentire l'odore dell'acqua, poi mi giro ancora una volta verso il bosco dentro il quale sono scomparsi i cervi e alzando lo sguardo vedo in mezzo al cielo, una luna crescente che fino a poco prima era pallida ed ora si sta colorando di oro......adesso posso rientrare, la passeggiata è finita.
                                                                            Uber P.

domenica 4 dicembre 2011

segue da :

 Di Bertino e della nonna Adele ( 22 )
   oli di Lina Osti







Probabilmente, per la paura di aver combinato un grosso malestro e di essere quindi punita severamente, invece di aiutare Bertino a risalire, o correre a chiamare aiuto, era fuggita a gambe levate a nascondersi in qualche posto segreto e nessuno riuscì a trovarla per ore, solo quando, verso sera, Bertino asciugato e ripresosi dal bagno, fece la sua comparsa in giardino e Nenè potè appurare che era in ottima salute, ricomparve con aria indifferente.
Bertino la chiamò subito lontano dalla casa per raccontarle, con dovizia di particolari, la parte dell'avventura che si era persa : le raccontò di come fosse stato strizzato, svestito, avvolto in una coperta, sistemato seduto accanto al fuoco, mentre tutti intorno a lui si preoccupavano per la sua salute;
la nonna Adele gli aveva subito scaldata una tazza di brodo di gallina che Bertino adorava sorseggiare, dopo averci messi alcuni cucchiai di formaggio grattugiato;
il papà e la mamma preoccupati, si erano fatti promettere che non avrebbe più corso un rischio del genere.
Le disse ancora che in mezzo a tutta questa confusione, la zia Rina si affrettava a mettere tutti i vestiti appesi ai ferri dell'asciugatoio sopra la stufa e che, soltanto grazie all'intercessione della nonna, era riuscito ad evitare una grossa punizione, minacciata da mamma e papà, per essere sceso nel canale nonostante il loro divieto assoluto.
Per Nenè invece, non finì qui, come lei avrebbe sperato, infatti, quando gli zii furono informati dalla nonna, di quello che era accaduto, le tolsero per una settimana, la cosa che più le piaceva al mondo : la cioccolata.

continua .......