lunedì 23 gennaio 2012


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 Di Bertino e della nonna Adele ( 29 )



                                                  olio di Lina Osti




Ormai Bertino si sentiva parte di quel mondo meraviglioso, in cui la vita era un bel gioco e credeva che sarebbe stato sempre così, non avrebbe potuto immaginarsi un altro luogo che non fosse quello.
E fu proprio allora invece, che arrivò per lui il momento di separarsi da tutto ciò che più amava;
era cresciuto e doveva seguire il papà e la mamma in una grande città, dove lo aspettavano una nuova casa e soprattutto la scuola, già ! Bertino doveva andare a scuola come tutti i bambini della sua età.
Per un po' non poteva nemmeno pensare di doversi separare da cose, persone, luoghi così suoi, familiari e cari.
E ancora per tanto tempo non riuscì a capire il perchè di quella separazione, di quel dolore che gli chiudeva la gola.
Il giorno della partenza, alla stazione del paese, Bertino era stordito, imprigionato dentro i suoi bei vestiti nuovi e coi piedi costretti da quelle scarpe troppo lucide e seduto sulla panchina di pietra, guardava cadere le prime foglie gialle del tiglio di cui ricordava il profumo per lui inebriante, che sempre gli annunciava l'arrivo dell'estate.



continua .......

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