La cattedrale di foglie di Tonino Guerra
......profumi e colori ....... divagando
Sono uscito da poco, il mattino è ancora fresco e ventilato; con la mia vecchia bicicletta nera, sto percorrendo un viale di platani che creano un tunnel d'ombra nella intensa luce estiva, pedalo senza fretta e mi guardo intorno, le villette ai lati della strada sono ancora pigre nella tregua dal sole, quando improvvisamente vengo avvolto dal profumo intenso e leggero dei gelsomini che ricoprono recinti e pergolati e si arrampicano sui muri fino ai balconi.
Qualche gabbiano solitario attraversa silenzioso il cielo sopra di me, nel cestino della bicicletta ho le fiabe italiane di Calvino, la macchina fotografica e una bottiglietta di acqua per ora ancora fresca.
Svolto infine sul porto canale dove i trabaccoli con le loro vele color ocra e terra di Siena, proiettano sul molo ondeggianti ombre.
Davanti ai baretti e ai ristoranti della " rive droite " stanno risistemando gli spazi all'aperto e ripuliscono tavolini e muretti dai segni di una lunga notte; qualcuno con una pompa lava via le foglie e le carte e rinfresca i sassi del selciato.
Seduto su di un seggiolino, un uomo nascosto sotto un cappello di paglia e curvo su di un foglio, inizia ad acquarellare il disegno del canale e di alcuni trabaccoli che ha appena ultimato, mi fermo ad osservare la sua concentrazione e la cura meticolosa con cui mescola i colori e l'acqua per ottenere la tinta giusta per le vele, si gira e si accorge della mia curiosità, mi sorride e riprende a dipingere.
Poca gente ancora percorre il canale a piedi o in bicicletta, la giornata è soltanto all'inizio, più tardi esploderà la vita frenetica del porto.
Superata la pescheria, davanti alla quale sono già appoggiate diverse biciclette, incomincio a sentire il profumo del mare e del pesce che i pescherecci stanno portando a terra dopo il lavoro notturno; stormi di gabbiani eccitati, in voli concentrici, ora seguendo, ora precedendo, li accompagnano nel rientro, fiduciosi in una ricompensa per queste loro esibizioni.
Le panchine della piazza, sono piene di anziani che chiacchierano animatamente e che hanno preso il posto dei bambini che la sera precedente, incantati con la bocca aperta e il gelato che cola sulla mano, guardavano incuriositi il mago che eseguiva giochi di prestigio o più in la il teatrino dei burattini.
Costeggio la darsena dove sono ormeggiate imbarcazioni di ogni foggia e dimensione, mentre la brezza di mare fa ritmicamente battere le corde contro il metallo degli alberi, qualcuno sta lavando il ponte e stende ad asciugare tappetini e stuoie di corda.
Il traghetto che attraversa il canale e mette in comunicazione le due rive è fermo, non ci sono ancora passeggeri, davanti ai miei occhi compaiono le prime strisce di mare blu che oggi è leggermente mosso e attraversato da sottili lingue di spuma bianca.
Da dietro i pini marini, svetta la cima del faro che la notte getta i suoi fasci di luce lontano a segnalare il percorso di chi va per mare.
Qui l'aria è più fresca, alla mia destra i primi lidi con baretti e ombrelloni colorati, gli stacanovisti dell'abbronzatura hanno occupato i primi lettini e sono già luccicanti di crema sotto i raggi del sole.
Fra tutti i lidi uno ha colpito la mia curiosità e vorrei fermarmi per godermi questa giornata.
Sistemo la bicicletta e con libro, acqua, macchina fotografica e zainetto, entro nel lido, scelgo un tavolino panoramico, sistemo le mie cose poi entro nel bar per fare colazione.
Sul banco un enorme vassoio di brioches calde e profumate attira la mia curiosità e il mio olfatto....niente di meglio che incominciare una giornata con un caffè con la schiumetta e un cornetto caldo; gli altoparlanti del bar diffondono una musica ancora sopportabile per volume e genere.
Gustata fino alla ultima briciolina la brioche e bevuto il caffè mi aggiro soddisfatto per il locale curiosando tra i libri, i giornali e vado anche a dare una sbirciatina nell'angolo bottega dove vari negozianti del luogo hanno esposto le loro merci migliori: capi di abbigliamento, ceramiche, mobiletti, oggettistica da regalo, sciarpe...... forse quella verde e viola di foggia indiana potrebbe anche piacere a Francesca .......
insomma le solite cose, ........ prendo un giornale e me lo porto al tavolo, solo per dare un'occhiatina ai titoli, ..... tanto so già che gli argomenti saranno ancora quelli del giorno prima e di quello ancora prima, ma dato che da un po' non li leggo, oggi posso anche rischiare; qualche fatto di cronaca nera, gli europei, il governo Monti, i soldi per i terremotati che non riescono ad arrivare, le code in autostrada........ lo sapevo nulla di nuovo purtroppo.... per qualche altro giorno posso evitare di informarmi.
Bene! un bel respiro profondo, alzo gli occhi e guardo la spiaggia e il mare............ accidenti .....in questo mio divagare pigramente non mi sono accorto di quello che è successo nel frattempo, non riesco a credere ai miei occhi ...... devo assolutamente andare sul terrazzo di sopra per fare una foto della spiaggia....... non si vede più un quadretto di sabbia....... solo lettini e una distesa di ombrelloni aperti fino al mare ........devo dire che non ricordo nulla del genere nemmeno quando a vent'anni sbarcavo a Riccione in agosto e ora siamo soltanto a giugno ......... come sono cambiate le mie esigenze....... non starò per caso invecchiando ? ......scatto alcune foto per documentare e a giustificazione del mio sbigottimento ...........
per fortuna lo sguardo supera la spiaggia e allora si perde fino alla linea dell'orizzonte come in un quadro, sotto mare blu e vele bianche, sopra cielo azzurro, piccole nubi trasparenti e gabbiani gioiosi.
Non mi resta che immergermi nella lettura di Calvino, forse la magia delle fiabe e le avventure impossibili mi estranieranno da quello che mi circonda per qualche ora.
......... Pocapaglia era un paese così erto in cima a una collina dai fianchi così ripidi, che gli abitanti, per non perdere le uova che appena fatte sarebbero rotolate giù nei boschi, appendevano un sacchetto sotto la coda delle galline.
Questo vuol dire che i Pocapagliesi non erano addormentati come si diceva, e che il proverbio
tutti sanno che a Pocapaglia
l'asino fischia e il suo padrone raglia
era una malignità dei paesi vicini i quali .......
fecero tante feste, balli e canti
e noi restammo con le mani vacanti
Chiudo il libro, mi tolgo gli occhiali e mi massaggio un po' gli occhi, ho letto per molto tempo, non so quanto, ho viaggiato in compagnia delle fiabe di ogni regione d'Italia;
una piccola vespa è atterrata nel piatto della mia piadina e sta ispezionando i pochi resti, non fanno per lei, si solleva delicatamente fino all'orlo del bicchiere della spremuta d'arancia e camminando lungo la cannuccia gialla, come una esperta equilibrista, scende fino sul fondo del bicchiere dove una lacrima di succo giace dimenticata......... ecco, questa sembra più interessante, ci zampetta dentro, ne fa una scorpacciata... o almeno così sembra a me........ poi richiamata da non so che, spicca il volo, esce dal bicchiere per scomparire verso il mare.
Mi arriva il profumo del pesce alla griglia, dei cespugli di lavanda e delle siepi di rosmarino, il cielo è limpido, la brezza ancora piacevole, la spiaggia comincia lentamente a svuotarsi, un po' provati, " i forzati del sole " sciamano ondeggiando verso il bar per refrigerare la pelle grigliata, oltre il muretto del molo, nei capanni costruiti sugli scogli, si riaprono le finestre e ci si avvicenda intorno alle reti per conquistare un pugno di pesci da consumare in piacevole compagnia mentre il sole sprofonda nel mare.
Ho voglia di sgranchirmi le gambe e una passeggiata sul bagnasciuga può essere molto piacevole.
Cammino tra bambini insabbiati che scavano buche e le riempiono d'acqua, bagnini che esibiscono orgogliosi la loro abbronzatura e i loro bicipiti tra giovani sirene in bikini e vecchie signore tristi per non poterlo più indossare, anche se a dire il vero ne vedo più di una che ha osato, ........ calpesto le conchiglie che le onde hanno portato a riva, tra piccoli granchi e frammenti di stelle marine, sulla sabbia le ombre lunghe degli alberghi e degli ombrelloni................... in lontananza compare una immagine di una donna che cammina sul bagnasciuga verso di me .... ha capelli rossi e un grande cappello di paglia, un lungo abito a fiori le scopre le caviglie e i bianchi piedi nudi, ha le mani protette da un paio di guanti bianchi, avanza con passo sicuro ed eleganza pur nel suo corpo appesantito dagli anni e per un attimo mi pare un'immagine uscita da un album primi novecento, potrebbe essere una diva del muto........mentre si avvicina a me vedo due grandi occhi verdi e sereni che anche con l'età non hanno perso la loro vivacità in una carnagione bianca come la porcellana....... nel momento in cui mi passa accanto, le sue labbra distendono le piccole rughe che le circondano in un sorriso amichevole........ chi sarà questa donna ?.....
Sono ritornato sul terrazzo del bar e mi sto godendo la pace e il silenzio che nel frattempo si sono riappropriate della spiaggia, gli ombrelloni sono ormai tutti chiusi e i lettini accatastati in disparte.
Mentre pedalo verso casa, il sole dipinge di viola e arancio l'acqua del canale, sto attraversando i giardini che costeggiano i lidi quando vedo delle enormi sculture a forma di foglie che si stagliano nella luce calda del tramonto e scopro che tra poco si inaugurerà " la cattedrale di foglie di Tonino Guerra " non voglio assolutamente mancare; all'inaugurazione seguirà uno spettacolo di musica e poesie dove si leggeranno anche le sue in lingua originale, il dialetto romagnolo ...........
Quando infine imbocco il viale dei platani, nella freschezza della sera, vedo ancora le immagini dell'inaugurazione, sento le parole pronunciate dal sindaco, dallo scultore che ha relizzato le foglie e i ringraziamenti alle autorità e agli amici presenti, fatti dalla moglie di Tonino Guerra col suo accattivante accento russo e mentre la rivedo parlare mi rendo conto solo ora che altri non era che la misteriosa signora che ho incontrato sulla spiaggia........ mi torna anche la suggestione delle letture e l'emozione delle poesie in dialetto romagnolo, ....... gli intervalli musicali di chitarra, violino e didjeridoo, lo strumento a fiato degli aborigeni australiani che riesce a farti entrare in vibrazione ogni più piccola parte del corpo......... una magnifica serata senza dubbio !
Svolto nella via di casa e tra i rami dei pini vedo spuntare una mezza luna luminosissima e mentre la osservo ammirato, mi esce dalla bocca : " buona notte Tonino Guerra, ovunque tu sia ".
Uber P.
Uber P.
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